venerdì 12 dicembre 2008

Tremate, tremate, le streghe son tornate!

Sono la strega, eccomi qua,
mi hanno bruciata tanti anni fa,
mi hanno bruciata i preti di allora
perche' volevo decider da sola.
Donne incontriamoci, insieme possiamo
cambiar la vita se ci organizziamo.
I nostri problemi non sono personali,
ma sono TUTTI problemi sociali.

E eccomi qua, dall'ultimo post scritto sono accadute tante cose ed inoltre ho appena finito di leggere "Streghe: la riscossa delle donne" di Lilli Gruber, lo consiglio a tutte le donne e ancor di piu' a tutti gli uomini perche' forse quello che manca e' proprio questo che si riparta tutti insieme a ricostruire una societa' civile da una base comune.
Il libro della Gruber riprendeva un sacco di argomenti che hanno ispirato questo mio blog, sapere che allora la mia non e' una pura e personale opinione basata su esperienze soggettive mi gratifica, perche' in qualche modo mi sento di aver letto bene il periodo che viviamo e analizzato con una buona lucidita' la realta' che ci circonda (a noi donne).
siamo all'ultimo posto, tra gli stati europei, nella classifica mondiale sulla parita' tra uomini e donne.

La cosa non mi sconvolge affatto, anzi non fa altro che rinvigorire le mie convinzioni, eppure io lavoro in una grande azienda dove sembra esserci una parvenza di sensibilita' all'argomento...ma poi con il tempo mi sono accorta che e' tutta fuffa, sapete quando me ne sono accorta? quando un mio collega di HR voleva aiutarmi a capire come mai pur facendo un egregio lavoro in azienda non si era mai provveduto a farmi avere scatti di carriera, beh parlando con una sui collega sempre di HR la prima domanda che quest'ultima ha fatto sapete qual'e'??? "Ma ha avuto delle gravidanze?" quando il mio collega mi ha rivolto la domanda io sono rimasta ad occhi aperti e poi ho risposto: "si una dove HO LAVORATO FINO ALL'OTTAVO MESE!!!".
Ed allora se come prima motivazione al fatto che in 7 anni di lavoro in cui ho dimostrato di valere eccome, mi vengono rinfacciati i 5 mesi di assenza (1+4) per la maternita' beh siamo proprio alla frutta.
Quest'anno mi e' stato detto che l'anno prossimo sicuramente saro' premiata con un aumento di livello, c'e' solo un piccolo particolare: sono incinta e vivo la cosa malissimo perche' sono convinta che mi faranno pagare l'essere incinta, ancora una volta. Sono appena entrata nel terzo mese e non ho il coraggio di dirlo a nessuno in azienda...che gran tristezza che mi viene al solo pensiero.
Basterebbe fornire alle donne servizi essenziali come asili per i bambini, e garantire pari opportunita' nel mondo del lavoro retribuito. Ed il paese ITALIA farebbe un enorme balzo in avanti nella produttivita' e nello sviluppo.

Io pero' non voglio arrendermi, non e' giusto che mia figlia cresca figlia unica perche' la mamma ha paura di essere penalizzata nel lavoro DICO NO! e mi domando: DOVE SONE LE RAGAZZE? sono tutte come la collega di cui sopra? io sono qui pronta a combattere, non mi e' ancora chiaro come fare, ma questo blog vuole essere solo un inizio, dobbiamo essere furbe e coese ed avere ben chiaro l'obiettivo da raggiungere, non e' possibile e non posso accettare che al momento le donne ( una buona percentuale) che sono al potere e' perche' hanno dovuto fare rinuncie assurde, rinuncie che hai signori uomoni non si sognerebbe mai nessuno di chiedere...ah dimenticavo che ovviamente tra quelle che arrivano ci sono anche quelle che sono figlie di...mogli di...o che sono state molto brave a darla, in queste ultime categorie non conto molto ma in donne come, perche' no, la Gruber e molte di quelle che si raccontano nel suo libro voglio credere sperando che non chiedano a tutte le altre di fare i medesimi sacrifici per essere semplicemente valorizzate nel giusto modo nel mondo del lavoro.



lunedì 27 ottobre 2008

Ma cosa mi rende felice?

Siete sicuri di saper rispondere fino in fondo alla domanda: "cosa mi rende felici?", in un primo momento mi sono detta che domanda scema, certo che so cosa mi rende felice....ma poi andando un po' piu' in fondo non ne sono stata piu' cosi tanto sicura o meglio forse il concetto di assoluta felicita' non esiste!
Se dovessi fare un discorso basato sulla pura logica dovrei sentirmi "felice" ma invece alterno momenti di gioia a momenti di frustrazione perche' non riesco a raggiungere cio' che desidero...ma qui veniamo ad un'altra domanda cruciale: "cosa desidero davvero?" in pochissime parole posso sinceramente rispondere con un bel "NON LO SO!"
Una volta avrei detto un uomo che mi ama, la salute ed un lavoro che mi dia indipendenza, ma non e' cosi o meglio sento che non mi basta ed allora mi interrogo senza pero' trovare una risposta esauriente anche se credo di essere arrivata ad un punto in cui ho voglia di mettermi in gioco lo so che forse anzi sicuramente e' piu' facile adeguarsi ed andare avanti ma non riesco a nutrire piu' alcuna soddisfazione in cio' che faccio, mi sto' riferendo al lavoro; sapete ho sempre cercato di percorrere un cammino di crescita professionale anche rinunciando ad incrementi economici ma ora che sento di essermi fermata anche nel percorso di questo cammino mi sento un po' frustrata so di poter dare molto ma e' come se sentissi che in fondo non importa a nessuna delle persone che ho intorno e gli stimoli a fare bene faccio fatica a trovarli.
Oggi mi sento molto giu' me ne torno a casa dalla mia piccolina sono sicura che nei suoi occhi trovero' la serenita'.
Ecco cosa mi rende felice: IL SORRISO DI MIA FIGLIA!

venerdì 17 ottobre 2008

Da lunedi si cambia!!!

E' stata una settimana particolare, molto molto stressante ma piu' per quello che si e' realmente fatto per quello che si vorrebbe fare e non si riesce....la mia personalita' mi ha sempre portata a cercare di migliorarmi, almeno ci provo pero' quando mi accorgo che la lotta e' impari ed i risultati non dipendono solo da me allora c'e' la frustrazione e mi domando ma chi me lo fa fare???
In fondo ho un lavoro che mi lascia tanta autonomia, ho degli orari flessibilissimi con una buona dose di responsabilita', conosco tante persone che molto voltieri farebbero a cambio con la sottoscritta, ma la cosa non mi fa stare meglio.
La principale frustrazione viene dal fatto che penso di non sfruttare a pieno le mie conoscenze e per quello che faccio non potrei nemmeno se volessi, quindi la domanda nasce spontanea ma e' cosi difficicile in un'azienda mettere la persona giusta al posto giusto?
La chicca ve la racconto in poche parole, in questi giorni si sta tenendo lo SMAU a Milano, http://www.smau.it/, molti della mia azienda sono andati, nella mia struttura, senza peccare di presunzione sono tra quelli che se ne intendono di piu' nel campo Informatica, beh il mio responsabile si e' portato con se due miei colleghi che certo non si puo' dire siano aggiornatissimi sull'argomento...pero' di sicuro erano di buona compagnia...a me manco me l'ha chiesto, forse avrei rifiutato ma sarebbe stato carino darmi l'illusione di essere considerata.

Meno male che oggi e' VENERDI cosi ho il week end per rigenerarmi e da lunedi ho deciso di farmi valere un po' di piu' insomma se fanno fatica a considerarmi forse e' perche' faccio troppo silenziosamente il mio dovere. ;-)

martedì 23 settembre 2008

Giusto per rincarare la dose...

Guardate su Repubblica cosa scrivono.....

Usa, i tradizionalisti guadagnano 8.500 dollari all'anno
più degli altri. Per le donne situazione è invece opposta

Stipendi più alti ai maschilisti
i progressisti guadagnano meno

In 26 anni intervistate 12.686 persone di entrambi i sessi...



http://www.repubblica.it/2008/09/sezioni/esteri/maschilisti-stipendio/maschilisti-stipendio/maschilisti-stipendio.html

lunedì 15 settembre 2008

La scoperta dell'acqua calda...ma lo sapranno tutte? :-(

Non sono assillata dal fatto che non riesca a far carriera, anzi credo di vivere il mio lavoro con il giusto distacco, quello necessario che mi consente di continuare a fare bene il mio lavoro senza straziarmi se non arrivano le incentivazioni che ritengo mi spettino.
Ogni tanto cerco di capire in cosa possa aver sbagliato o mi piace cercare di compredere quali possano essere le dinamiche che sono dietro alcuni andazzi, specialmente quando vedo quanto, invece, facilmente riescano a far carriera molti dei miei colleghi uomini.
Un giorno sono andata ad una festa di commiato di una collega della mia struttura che cambiava sede di lavoro, compresa lei e la sottoscritta c'erano altre 4 donne il resto (una trentina) tutti uomini, li vedevo scherzare e ridacchiare, parlare ed organizzare la partita di calcetto per la serata (ovviamente solo per uomini) noi invece al piu' si parlava della spesa da fare o dei figli...ad un certo punto ho capito una cosa fondamentale:
NOI DONNE NON ABBIAMO LA BENCHE' MINIMA IDEA DI COSA SIA IL GIOCO DI SQUADRA!
Sicuramente una buona fetta di donne non lo sa, io credo di essere molto proiettata in questo tipo di comportamento fosse solo per il fatto che sin da piccolina ho praticato a livello agonistico uno sport di squadra.
La verita' e' che le donne non sanno aiutarsi l'una con l'altra, mentre gli uomini tendono a fare gruppo o cameratismo (forse anche grazie al militare) ed ovviamente chi appartiene al gruppo viene aiutato dai restanti, qualora ce ne fosse bisogno; noi donne pensiamo solo a noi stesse o meglio pensiamo alla miriade di cose che dobbiamo curare carriera, casa, famiglia etc etc, troppo per riuscire a pensare anche a qualche collega in difficolta'. Tutto diventa piu' complicato e quando capita che finalmente una donna riesce ad emergere, facendo sforzi sovraumani, ha faticato cosi tanto che il resto del tempo lo utilizza a cercare di mantenere (con i denti) la posizione che si e' cosi FATICOSAMENTE guadagnata.
Non voglio certo fare un discorso generalistico, ma vi faccio una domanda: vi e' mai capitato di avere a che fare con una donna 'capa', sono sempre molto stressate e hanno sempre quella punta di acidita' che certo non fa bene all'ambiente di lavoro...inizialmente pensavo fosse una particolarita' del carattere della persona, e forse per una certa percentuale e' vero, ma sono sempre piu' convinta che tutto quell'astio e' il risultato di quanto hanno dovuto faticare e di quanto hanno dovuto rinunciare della propria VITA (quella vera) per raggiungere la meta e senza che nessun altra collega le aiutasse!
Raggiunto l'obiettivo sono troppo stanche e stressate per capire che con il gioco di squadra si raggiungono maggiori obiettivi faticando molto meno, eppure basterebbe dare un'occhiata ai colleghi che ci sono affianco per capire, ho la fortuna di essere in una struttura ambita della mia azienda, circondata da giovani rampanti li osservo e mi rendo conto che a loro piace stare insieme e condividere gli interessi, sanno che se poi i loro interessi sono simili a quelli dei loro responsabili e' praticamente fatta!
Il mio problema oggettivo? beh e' difficile fare squadra con me stessa, visto che sono l'unica donna ;-)